
Vane domande.
Cosa scrutano quegli occhi all’orizzonte?
Il rosso cupo di incerto tramonto?
O, forse, il brulicare di solitudini sparse?
Oh, le palme delle tue mani arse
a lasciare orme tra salsedine e sabbia
o a scaldarsi nel ricordo di carezze consunte.
Avverti ancora il soffio di antiche presenze?
O i tuoi occhi lacrimano d’altre assenze?
Oh, che vuoto di vane domande!
Me le pone la pelle porosa al tuo vento
Perché, pur lontano,
un’onda lunga di tristezza io sento.
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stellare