I miei jeans

Nella mia poesia

I miei jeans

Alcune volte il mondo mi sembrava un confessionale, uno di quelli delle chiese dissacrate; un tatuaggio, un anello al naso, una moda.

Ché ogni cosa ritorna tra quelli civili, quelli che fanno tutto diventando dozzinali. Qualcuno penserà, senti chi parla -io me la rido.

E mi ricordo i miei jeans da ragazza
almeno due taglie più grandi
celesti, con le macchie a mo’ di leopardo fatte nella vasca con la candeggina.

Li tenevo su col cinturone e l’infilavo negli anfibi. Amavo le mie magliette corte, aderenti, e gli orecchini a cerchio con la croce appesa come Madonna.

In questo paese dove le comari guardavano dietro le tende di bambù, e additavano chiunque, vestite di nero, col fazzoletto sulla testa.

Loro andavano in chiesa, con l’occhio vigile e il rosario tra le mani, tra un padre nosto e un’ave maria. (Hai visto quella, ma com’è vestita?)


Sì, loro andavano in chiesa…
Loro non erano me

@nella

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...